Di fronte a fluttuazioni di prezzo significative, la resilienza degli investitori Bitcoin è messa alla prova. In maniera interessante, il numero di indirizzi di portafogli Bitcoin che detengono un BTC o più ha resistito alla tempesta, superando un traguardo significativo: un milione. Questa notevole progressione è stata registrata il 13 maggio, secondo la società di analisi dei dati on-chain, Glassnode.
Nell’ultimo anno, il prezzo del Bitcoin è crollato del 65%, il che ha sorprendentemente provocato un aumento del numero di indirizzi di portafogli detenenti almeno un Bitcoin. Due aumenti significativi del numero di ‘wholecoiners’ hanno coinciso con un crash del mercato azionario a giugno e il crollo di FTX a novembre.
Alimentarsi dal sangue del mercato: entrano in gioco gli acquirenti convinti
In mezzo alla tempesta, oltre 190.000 “wholecoiners” sono stati aggiunti da inizio febbraio 2022, mentre il prezzo del Bitcoin è diminuito rispetto ai suoi picchi di novembre 2021.
In mezzo a una serie di crolli bancari negli Stati Uniti e la possibile pausa della Federal Reserve nell’aumento dei tassi di interesse, molti investitori rimangono fiduciosi riguardo alla futura traiettoria del Bitcoin.
Nonostante il record di un milione di portafogli Bitcoin detenenti 1 BTC, è importante sottolineare che un singolo indirizzo di portafoglio non rappresenta necessariamente un singolo investitore. Molti investitori in criptovalute possiedono più indirizzi Bitcoin, e grandi istituzioni come gli exchange di criptovalute e le società di investimento spesso detengono somme sostanziali di Bitcoin.
Infatti, gli exchange centralizzati come Binance detengono quasi il 10% della totalità dei BTC in circolazione, circa 19 milioni di bitcoin.
L’enigma dei Bitcoin perduti
Intrigantemente, si stima che 3 milioni di BTC, del valore di 80,4 miliardi di dollari e rappresentanti il 17% dell’offerta totale in circolazione, siano considerati “persi per sempre”. Le stime di Glassnode si basano su dati che includono i BTC inviati a “indirizzi di bruciatura”, portafogli con chiavi perdute, e grandi conti che sono rimasti inattivi per più di un decennio.