Do Kwon, fondatore di Terra, è soggetto a un possibile processo di estradizione in Corea del Sud o negli Stati Uniti, seguito dall’approvazione di un tribunale montenegrino, in risposta al suo arresto per falsificazione di documenti.
- Il tribunale del Montenegro approva l’estradizione del fondatore di Terra, Do Kwon, in Corea del Sud o negli Stati Uniti.
- Do Kwon, arrestato per falsificazione di documenti, dovrà prima scontare una pena detentiva di quattro mesi in Montenegro.
- La decisione finale sull’estradizione spetta al Ministro della Giustizia del Montenegro.
In una svolta significativa nella saga legale che coinvolge il fondatore di Terra, Do Kwon, un tribunale a Podgorica, in Montenegro, ha approvato la sua estradizione. Do Kwon, arrestato all’aeroporto di Podgorica a marzo con documenti falsificati, è a rischio di estradizione in Corea del Sud o negli Stati Uniti. Tuttavia, la decisione finale sulla sua estradizione sarà presa dal Ministro della Giustizia del Montenegro, dopo che avrà scontato la sua pena di quattro mesi per falsificazione di documenti nel paese.
Problemi Legali di Do Kwon negli Stati Uniti e in Corea del Sud
In seguito al suo arresto in Montenegro, Do Kwon si trova di fronte a diverse sfide legali. Negli Stati Uniti, è accusato di numerosi reati di frode da parte dei procuratori federali e di accuse civili connesse al crollo di Terra e UST nel 2021. Contemporaneamente, le autorità sudcoreane stanno indagando sulla stessa questione. Questa situazione legale segue dopo che la Corte Suprema del Montenegro ha confermato la condanna a prigione di Do Kwon, respingendo un ricorso presentato da lui e dal suo socio Han Chang-Joon.
Accusa al Co-Fondatore Daniel Shin e Congelamento degli Attivi
Aggiungendo ai guai legali di Terraform Labs, il co-fondatore Daniel Shin è stato incriminato in Corea del Sud ad aprile per violazione della legge sui mercati finanziari, portando al congelamento di attivi per 185 milioni di dollari. Shin, distanziandosi dal fallimento dell’azienda, ha affermato di aver lasciato l’azienda due anni prima del suo crollo, negando qualsiasi coinvolgimento diretto.