Parlando al Parlamento europeo lunedì, la presidente della Banca centrale europea (BCE), Christine Lagarde, ha spiegato i progressi attesi per l’euro digitale. Il calendario della BCE indica che la piena implementazione è ancora almeno a due anni di distanza. Questa prevista valuta digitale, nota come moneta digitale della banca centrale (CBDC), è attualmente in fase di preparazione. Tuttavia, queste preparazioni dipendono dall’approvazione dei membri del Parlamento europeo, molti dei quali hanno delle riserve sull’iniziativa.
Christine Lagarde ha condiviso la sua visione sul processo completo per l’implementazione di questa valuta digitale, rivolgendosi alla commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento dell’UE.
La prossima fase pilota del progetto dovrebbe durare ancora almeno due anni.
Christine Lagarde
Trovare un equilibrio tra privacy e trasparenza
Mentre il dibattito sulla CBDC si fa sempre più intenso, una preoccupazione principale riguarda la percezione di intrusioni nella privacy. Christine Lagarde ha sottolineato che, sebbene l’euro digitale miri a garantire la privacy, non garantirà l’anonimato completo. Cercando un equilibrio, la CBDC aspira a essere “orientata all’utente”, priva di costi e accessibile universalmente. La dichiarazione di Lagarde mira anche a smentire le “teorie del complotto”, in particolare quelle che suggeriscono una sorveglianza globale dei comportamenti di acquisto individuali tramite l’euro digitale.
La deputata tedesca Nicola Beer ha espresso preoccupazioni riguardo alla potenziale tracciabilità totale delle transazioni, facendo riferimento alle misure adottate dalla BCE per mitigare i rischi di riciclaggio di denaro e garantire la stabilità del sistema bancario commerciale. Ha posto la domanda: “Questo non scoraggerà l’accettazione dell’euro digitale?” Un consenso sulle misure di riservatezza è fondamentale prima che l’euro digitale possa diventare realtà, come ha sottolineato Fabio Panetta, membro del consiglio della BCE. Tali misure saranno supervisionate da Stefan Berger della Germania, una figura chiave nello sviluppo della legge MiCA dell’UE sulle licenze cripto.