Sergey Nazarov di Chainlink avverte sulla vulnerabilità dei bridges nel mondo della criptovaluta e sostiene la necessità di soluzioni migliori per la gestione dei rischi.
Il CEO di Chainlink, Sergey Nazarov, ha recentemente esposto le sue preoccupazioni riguardo le vulnerabilità di sicurezza della maggior parte dei bridges nello spazio cripto. Parlando a Blockworks, Nazarov ha evidenziato una tendenza preoccupante nell’industria cripto: investimenti in progetti senza la capacità di rafforzare i loro ecosistemi.
A differenza delle blockchain fork che ereditano protocolli di sicurezza consolidati, i bridges non godono di questo vantaggio, non essendo basati su sistemi blockchain.
Nazarov ha messo in luce la natura rudimentale della maggior parte dei bridges, paragonandoli a server unici che facilitano il trasferimento di dati e valori tra due catene – un sistema che considera “assolutamente non sicuro”.
“I sistemi costruiti in questo settore promettono molte cose, ma non sono capaci di garantire la sicurezza del valore in un modo o nell’altro. Creare una vera sicurezza non è così semplice.”
Sergey Nazarov
L’illusione della decentralizzazione e le sue insidie
Per aggirare queste evidenti vulnerabilità, molte entità hanno adottato la creazione di server multipli, offrendo una falsa impressione di decentralizzazione. Tuttavia, Nazarov definisce questa soluzione un “teatro decentralizzato”, poiché questi server multipli sono ancora sotto il controllo di una singola entità. Un’alternativa proposta è la creazione di “un network monolitico”, alimentato da numerosi nodi gestiti da entità distinte su una rete coesa.
Ma anche questa struttura non è esente da problemi – se la rete fallisce, tutti i nodi sono compromessi simultaneamente. Inoltre, Nazarov ritiene che questa struttura sia intrinsecamente non scalabile. Ha notato: “Non è scalabile perché non puoi far passare tutte le transazioni di tutte le catene attraverso una singola rete”.
L’alternativa visionaria di Chainlink: CCIP
Sergey Nazarov prevede un futuro con una piattaforma di comunicazione inter-chain dinamica guidata da molteplici reti autonome.
Citando il Protocollo di Interoperabilità Inter-Chain (CCIP) di Chainlink come modello, Nazarov ha svelato il suo sistema a tre reti: due reti che autenticano e processano ogni transazione, e una terza – il Network di Gestione dei Risichi – dedicata alla verifica delle transazioni in base ai parametri di rischio stabiliti. Questa struttura offre ai creatori di bridges, come le applicazioni decentralizzate, la possibilità di introdurre e rifinire i parametri di rischio, garantendo l’adattabilità del bridge alle minacce in evoluzione. Dalla sua presentazione a l’ETHCC a Parigi, il CCIP ha suscitato interesse globale, collaborando con istituti bancari di primo piano come BNP Paribas, BNY Mellon e ANZ per guidare il trasferimento di asset tokenizzati tra le blockchain.