Il concetto di staking rappresenta una delle nozioni fondamentali nella finanza decentralizzata (DeFi).
Di recente, Eigen Layer ha introdotto un innovativo approccio allo staking denominato restaking, progettato per ottimizzare l’utilizzo degli asset impegnati dagli utenti.
Che cos’è il restaking e come opera? Vi invitiamo a proseguire nella lettura per scoprirlo.
Fondamenti dello staking
Prima di approfondire il restaking, è cruciale avere una chiara comprensione dello staking.
In termini semplici, lo staking è un meccanismo che consente ai possessori di criptovalute di contribuire alla validazione delle transazioni e alla sicurezza di una rete Proof of Stake (PoS). Attraverso l’impegno dei propri token, i partecipanti, noti come “stakers”, aiutano a mantenere la stabilità e l’efficienza della rete, ricevendo in cambio delle ricompense per il loro contributo.
Per unirsi allo staking, è necessario affidare i propri token a un validatore (colui che verifica le transazioni) bloccandoli in un cosiddetto “pool di liquidità”. A seconda dell’ammontare impegnato e del tempo di blocco, lo staker può essere selezionato dall’algoritmo della rete per validare blocchi di transazioni.
Inoltre, gli utenti che possiedono una quantità specifica di token (ad esempio, 32 ETH per Ethereum) possono optare per diventare validatori avviando il proprio nodo.
Il Restaking spiegato
Il Restaking è un’evoluzione dello staking tradizionale che consente agli stakers di reinvestire i propri asset per rafforzare altri protocolli e prodotti decentralizzati, senza necessità di sbloccarli o ritirarli dal loro impegno iniziale nel pool di staking.
Questo modello offre una doppia opportunità: aumenta l’efficienza del capitale impegnato nello staking e dà agli stakers la possibilità di accumulare ricompense aggiuntive. In altre parole, il restaking trasforma gli asset stakati in una forma di capitale produttivo utilizzabile in più contesti.
Per quanto riguarda i protocolli, il restaking fornisce una sicurezza economica immediata tramite i contratti intelligenti di EigenLayer, evitando la necessità di creare propri network di validazione sulla blockchain.
Il meccanismo del restaking
EigenLayer, lanciato a gennaio 2023 sulla blockchain Ethereum, è all’origine del concetto di restaking.
Specificatamente, EigenLayer permette agli utenti di reinvestire i propri ETH o i loro token di staking liquidi (LST) per contribuire alla sicurezza di altri prodotti DeFi. Questo è reso possibile depositando i token liquidi in pool di liquidità gestiti dai contratti intelligenti di EigenLayer.
A titolo informativo, è possibile ottenere token liquidi depositando ETH su protocolli di liquid staking, come Lido Finance, dove depositare ETH consente di ricevere stETH, rappresentativi delle versioni tokenizzate degli ETH impegnati, insieme alle ricompense maturate.
Successivamente, i possessori di stETH possono reinvestire i loro token su altri protocolli DeFi, come EigenLayer, per incrementare i propri rendimenti.
Per una comprensione approfondita del restaking, è fondamentale esaminare due concetti chiave: il Native restaking e il Liquid restaking.
Native restaking:
Il Native Restaking su EigenLayer implica l’avvio di un nodo validatore Ethereum specifico per EigenLayer. Questo processo richiede un investimento di 32 ETH, pari a circa 97.000 dollari al valore attuale del token (29/02/2024).
Il fulcro di questa procedura sta nel reindirizzare i crediti di ritiro del validatore verso l’EigenPod dell’utente, un contratto intelligente gestito dall’utente stesso.
Dopo la configurazione dell’EigenPod, gli utenti possono lanciare nuovi validatori o modificare i crediti di ritiro dei validatori esistenti affinché puntino al loro EigenPod, agevolando così la loro partecipazione al restaking su EigenLayer.
Per ulteriori informazioni sul Native Restaking di EigenLayer: [seguire questo link]
Liquid restaking:
Un protocollo di liquid staking consente di depositare ETH in cambio di token “liquidi” riutilizzabili su altri protocolli.
Tuttavia, il “Liquid restaking” su EigenLayer estende ulteriormente questo concetto, consentendo agli utenti di depositare i loro LST (Liquid Staking Tokens) in pool di “restaking”. In questo modo, gli utenti beneficiano sia dei rendimenti del pool di liquid staking iniziale sia di quelli generati dai pool di EigenLayer.
Attualmente, EigenLayer supporta 15 pools di liquidità, ciascuno associato a un proprio protocollo di liquid re/staking.
Ciononostante, l’accesso a EigenLayer viene regolarmente limitato: i pools di liquid restaking sono spesso chiusi, limitando la capacità degli utenti di depositare i propri fondi. Sebbene questi pool riaprano occasionalmente, questo sistema può risultare ostacolo per molti utenti.
In risposta a questa situazione, molti protocolli inizialmente focalizzati sul liquid staking hanno integrato una funzionalità di restaking collegata a EigenLayer direttamente sulle loro piattaforme.
Quali sono le alternative a EigenLayer?
Al di fuori di EigenLayer, numerosi protocolli di restaking introducono una nuova categoria di token liquidi: i liquid restaking tokens (LRT), o “jetons liquides restakés”. In pratica, i LRT rappresentano le versioni tokenizzate degli ETH reinvestiti, da cui deriva il termine “restaking tokens”.
Questo significa che i LRT rappresentano i LST (liquid staking tokens) impegnati su EigenLayer, ma senza essere bloccati come avviene per i LST su EigenLayer.
I LRT offrono il vantaggio di essere liquidi. Come i token di liquid staking, anche i token di liquid restaking possono essere utilizzati su altri protocolli DeFi per potenzialmente incrementare ulteriormente i rendimenti, pur presentando rischi maggiori.
Ecco alcuni dei protocolli di liquid restaking più noti sul mercato:
- KelpDAO: sviluppato dal protocollo di liquid staking Starder, KelpDAO si propone come una piattaforma di liquid restaking. Qui è possibile depositare ETH e LST (ad esempio, ETHx) per generare rsETH.
- EtherFi: tra i protocolli di liquid restaking più diffusi sulla rete Ethereum. EtherFi consente di impiegare i propri ETH stakati, rappresentati come “eETH”, per interagire con altri protocolli DeFi.
- Swell: un altro protocollo che abilita lo staking e il restaking di ETH su Ethereum. Gli utenti che impegnano i loro ETH su Swell ricevono token liquidi “swETH”, o liquid restaking token (LRT), denominati rswETH.
Nota: interagire con questi protocolli non solo rende eleggibili per potenziali airdrops organizzati da questi ultimi, ma anche per l’airdrop di EigenLayer.
Vantaggi e limiti del restaking
Il restaking presenta una serie di benefici significativi, ma anche alcune limitazioni:
Vantaggi del Restaking:
- Efficienza del capitale: consente ai possessori di criptovalute di massimizzare l’uso dei propri asset generando ricompense da più protocolli con lo stesso capitale investito.
- Sicurezza potenziata: sostenendo più protocolli, gli asset restakati aumentano la sicurezza complessiva dell’ecosistema decentralizzato. Ogni asset restakato contribuisce a garantire e validare transazioni su più reti, rafforzandone la robustezza.
- Diversificazione dei guadagni: gli utenti beneficiano di una varietà di fonti di reddito grazie alle ricompense aggiuntive derivanti dal restaking su diversi protocolli.
Limiti del Restaking:
- Complessità: la gestione degli asset restakati può risultare complessa, specialmente per gli utenti meno esperti. Comprendere i meccanismi di vari protocolli e monitorare le ricompense da diversi impegni può essere relativamente arduo.
- Rischi di sicurezza: se da un lato il restaking può incrementare la sicurezza dell’ecosistema, introduce anche rischi specifici, in particolare per quanto riguarda la dipendenza dalla sicurezza dei singoli protocolli. Se uno dei protocolli in cui gli asset sono restakati viene compromesso, ciò potrebbe influenzare tutti gli asset impegnati.
- Centralizzazione potenziale: il restaking potrebbe favorire una concentrazione degli asset in alcuni validatori o protocolli che offrono ricompense superiori, portando a una centralizzazione che potrebbe minare la decentralizzazione e la sicurezza della rete.
- Rischio di slashing: partecipare a più protocolli aumenta il rischio di slashing (penalità per comportamenti inadeguati) in alcuni sistemi Proof of Stake, dove gli asset possono essere ridotti per il mancato rispetto delle regole o per guasti.
Conclusioni
Il restaking si rivela un concetto estremamente interessante per chi cerca di ottenere guadagni aggiuntivi dalle proprie criptovalute.
Offre inoltre agli investitori l’opportunità di partecipare più attivamente e in modo diversificato all’economia della blockchain, sostenendo un ventaglio più ampio di progetti e iniziative senza rinunciare al proprio impegno iniziale nello staking principale.